La gelateria è la stessa
del nostro primo appuntamento. Sono passati tanti anni, ma riconosco l'insegna
Panna e Cioccolato. Non appena ci accomodiamo Jacopo si allontana dicendomi che
ha necessità di andare un attimo al bagno.
Lo osservo mentre si
dirige verso la toilette: indossa un paio di pantaloni neri ed una camicia
bianca. E' vero che lo si potrebbe confondere con il cameriere ma, a parte questo,
sta benissimo. Cerco di distrarre i miei ormoni guardando la lista dei gelati.
Spero abbiano anche quelli alla soia. Quando
sollevo lo sguardo lo vedo arrivare con in mano un enorme mazzo di rose.
E' la seconda volta che
cerca di regalarmi delle rose. Queste, però, sono dodici e blu. Le mie
preferite.
“Hai cambiato lavoro?”, domando
imbarazzata, “rra vendi fiori nei locali?”
“Sono per te”, risponde, “c'è anche un bigliettino”.
Prendo il biglietto e lo
leggo.
"Io non voglio perderti. Hai
ragione, abbiamo bisogno di parlare e di ascoltarci: iniziamo qui, adesso. Ti
amo. Jacopo"
Piango e non riesco a
fermarmi. Le rose sono bellissime e ciò che è scritto in quel piccolo foglietto
bianco è tutto ciò che aspetto di sentirmi dire da un sacco di tempo. Ma è come
se fosse troppo tardi.
“Grazie per le rose ....”,
farfuglio cercando di smettere di piangere. “Ma...”.
“Ma?”.
“Ma ho paura che sia
troppo tardi. Sono stanca e non riesco più a fidarmi di te”.
“Lo capisco, è passato
troppo tempo, ma io non ho fretta. Posso aspettare”.
“Potresti aspettare
inutilmente. Vorrei che tutto fra noi si risolvesse, ma non sono sicura sia
davvero possibile. E poi io ho conosciuto qualcuno”.
“Ah...Ho capito. Beh
allora credo non ci sia nient'altro da dire.”
BIP. E' un messaggio di
Igor.
“Allora come sta andando? Ti ha
già mollato? Vengo a prenderti?”
Tratto dal libro “Forse sì” di Stefania Corda
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