Tutti dormono ancora, ed
io mi aggiro silenziosa per la casa, sperando di trovare qualcosa della mia dolce metà fuori posto... mi basterebbe anche un calzino!
Generalmente, dopo i miei monologhi sull’importanza dell’ordine e sul fatto di
non essere né una schiava romana né sua madre, lui volta le spalle e se ne va,
lasciandomi il piacere di parlare da
sola.
Stamattina, però, accade
qualcosa di diverso.
“Jacopo?” Dico,
sentendomi fortunata nell’aver scovato una camicia sopra la lavatrice. “Pensi
che la camicia si metta nell'armadio da sola?”
“Domani vado a Bologna”,
m’interrompe. “C'è un convegno e ho pensato che qualche giorno di lontananza
possa servire ad entrambi”.
Intanto interrompermi
proprio sul più bello non è affatto educato. Inoltre, Bologna, lontananza e
servire nella stessa frase, mi allarmano non poco.
“Mi stai proponendo una
specie di pausa di riflessione, per caso?”
“Non proprio”.
“E allora cosa dovrei
pensare?”
“Che forse qualche giorno
di lontananza possa servire ad entrambi.”
“Questo me l’hai già
detto, non riesci a dirmi altro?”
“No”.
“Allora fai come credi”.
Dopo aver sistemato
l’indumento incriminato dentro il bidone della spazzatura, richiamo al mio
cospetto le emozioni del film animato Inside
out. In compagnia di rabbia, paura, disgusto, gioia e tristezza vado così a
svegliare l’altro maschio della famiglia.
Francesco ha dodici anni,
i capelli biondissimi e gli occhi verdi. Lui si comporta come la maggior parte
degli adolescenti, cioè come un bambino di due anni, ma con il ciuffo e la
convinzione di essere più furbo di qualsiasi adulto sulla terra. Il tutto
accompagnato da un totale disinteresse per la scuola, un odio viscerale per i
compiti e, come ciliegina, da un eloquio degno dell’Oscar alla scurrilità.
Adesso che sono seduta sul suo letto e lo guardo dormire mi rendo conto di
quanto assomigli al padre.
Nonostante questo lo amo
da morire. L’amore di una mamma non ha limiti. Mi alzo e vado a sollevare la
serranda. Dieci secondi dopo, come accade ogni giorno, lui riemerge dalle
coperte e mi sorride.
Tratto dal libro “Forse sì” di Stefania Corda
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