Sento la sveglia suonare.
Che giorno è oggi? Lunedì, no è martedì. Sono le sei e trentacinque e, che io
lo voglia o no, the show must go on.
Dopo quaranta minuti
Jacopo è ancora all’interno del bagno e non sembra volerne uscire. Ci impiega
più lui a pettinarsi che Rapunzel a farsi le trecce. Per non parlare del fatto
che quando esce dalla toilette profuma come un arbre magique alla vaniglia, lasciando
la scia. Questa è una novità.
Fino a qualche mese fa,
al massimo lasciava la scia del collutorio. Forse le sue settimane a Bologna, i
vari sospetti di tradimento di Marta e le trappole di Cecilia mi stanno facendo
diventare un tantino sospettosa ma comunque non so, non mi sento tranquilla.
Francesco sta facendo
colazione, mentre Valentina, come ogni mattina, cerca d’infilare nelle zampe di
Billy, il nostro carlino ipovedente di dodici anni, delle calzine antiscivolo
con gli alberi di Natale disegnati. Con Ugo, l’altro nostro carlino, ci ha
provato solo una volta. Ugo ha un anno e
se trova una calza, prima la riduce a brandelli e poi cerca di mangiarla. Mi
accorgo che ha ingurgitato qualcosa che non avrebbe dovuto quando raccolgo le
sue pupù. Se sono colorate e a filetti si tratta di calze, se marroni e
chiazzate di bianco, si tratta invece di fogli. Potrei continuare, ma credo di
aver reso l’idea.
I cani sono un altro
motivo di scontro fra me e Jacopo. Io ho sempre avuto un cane, sin da piccola.
Il primo era uno stecchetto di legno, legato ad una corda. Il secondo Briciola,
un cocker spaniel.
Mio marito non ama molto
gli animali in generale, ma quando siamo andati a vivere insieme, prima di
sposarci, ha accettato che portassi con me Niky III, uno yorkshire di
quattordici anni cieco, sordo, cardiopatico ed epilettico. La loro convivenza
non è stata facile, ma non è durata molto: Niky III è morto un mese dopo il
nostro trasloco. Credo l’abbia ucciso l’energia negativa emanata da Jacopo.
Soffrii molto per la sua
perdita. Ricordo che non facevo che piangere, mangiavo pochissimo. Avevo perso
sei chili in due settimane. Un giorno Jacopo era arrivato a casa con Billy ed
io avevo iniziato a sorridere. Non solo per l’arrivo del cagnolino, ma anche
per il dolce gesto del mio allora fidanzato. Rammento benissimo quello che mi
disse, quasi come fosse oggi.
Tratto
dal libro “Forse sì” di Stefania Corda
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