domenica 20 maggio 2018

Coming out!



Sento la sveglia suonare. Che giorno è oggi? Lunedì, no è martedì. Sono le sei e trentacinque e, che io lo voglia o no, the show must go on.

Dopo quaranta minuti Jacopo è ancora all’interno del bagno e non sembra volerne uscire. Ci impiega più lui a pettinarsi che Rapunzel a farsi le trecce. Per non parlare del fatto che quando esce dalla toilette profuma come un arbre magique alla vaniglia, lasciando la scia. Questa è una novità. 

Fino a qualche mese fa, al massimo lasciava la scia del collutorio. Forse le sue settimane a Bologna, i vari sospetti di tradimento di Marta e le trappole di Cecilia mi stanno facendo diventare un tantino sospettosa ma comunque non so, non mi sento tranquilla.

Francesco sta facendo colazione, mentre Valentina, come ogni mattina, cerca d’infilare nelle zampe di Billy, il nostro carlino ipovedente di dodici anni, delle calzine antiscivolo con gli alberi di Natale disegnati. Con Ugo, l’altro nostro carlino, ci ha provato solo una volta. Ugo ha  un anno e se trova una calza, prima la riduce a brandelli e poi cerca di mangiarla. Mi accorgo che ha ingurgitato qualcosa che non avrebbe dovuto quando raccolgo le sue pupù. Se sono colorate e a filetti si tratta di calze, se marroni e chiazzate di bianco, si tratta invece di fogli. Potrei continuare, ma credo di aver reso l’idea.

I cani sono un altro motivo di scontro fra me e Jacopo. Io ho sempre avuto un cane, sin da piccola. Il primo era uno stecchetto di legno, legato ad una corda. Il secondo Briciola, un cocker spaniel.

Mio marito non ama molto gli animali in generale, ma quando siamo andati a vivere insieme, prima di sposarci, ha accettato che portassi con me Niky III, uno yorkshire di quattordici anni cieco, sordo, cardiopatico ed epilettico. La loro convivenza non è stata facile, ma non è durata molto: Niky III è morto un mese dopo il nostro trasloco. Credo l’abbia ucciso l’energia negativa emanata da Jacopo.

Soffrii molto per la sua perdita. Ricordo che non facevo che piangere, mangiavo pochissimo. Avevo perso sei chili in due settimane. Un giorno Jacopo era arrivato a casa con Billy ed io avevo iniziato a sorridere. Non solo per l’arrivo del cagnolino, ma anche per il dolce gesto del mio allora fidanzato. Rammento benissimo quello che mi disse, quasi come fosse oggi. 

Tratto dal libro “Forse sì” di Stefania Corda

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