Mentre salgo in macchina,
mi chiama Cecilia. Si trova al Pronto Soccorso perché Diego è stato aggredito da
Flavio, il marito di Jessica. Lei, infastidita dal corteggiamento di quello che
credeva essere Diego, ha fatto vedere i messaggi al suo geloso consorte,
che le
ha prontamente suggerito di stare al gioco per un po’. Evidentemente
oggi ha deciso di porre fine al gioco, prendendo a pugni l’ignaro Diego.
Adesso la mia amica mi
chiede cosa deve fare con l’uomo malmenato, che ha avuto la cattiva idea di
sposarla.
“Secondo te dovrei dirgli
tutto?” Mi domanda spaventata.
“No, fai così.
Raccontagli che il marito di Jessica è un narcotrafficante, che ha confuso tuo
marito con un sicario della concorrenza”.
“Sì. Giusto. Bella idea.
Farò così”.
“Stai scherzando spero...”
“No. Perché, tu sì?”
Vorrei tanto continuare
questa surreale conversazione, ma Igor mi aspetta. Saluto Cecilia con la
speranza che riesca a non peggiorare ulteriormente la situazione con Diego, e
con la promessa di raccontarle tutte le novità su Igor e Marta.
Loro tre si conoscono ma s’incontrano
raramente, e non sono mai andati oltre qualche chiacchierata durante una delle poche
volte in cui si sono incontrati a casa mia. Considerato, però, che la curiosità
e l’amore per i pettegolezzi li accomuna, sono autorizzata a raccontare a
ciascuno i fatti di tutti gli altri.
Igor mi accoglie sulla
porta in pigiama e con la barba di almeno due giorni. Mi guarda e non parla. So
che quando fa così è successo qualcosa di grave, ed allora sto zitta ed
aspetto. Dopo qualche minuto inizia a raccontare.
Si è innamorato di un
certo Fulvio, uno dei centralinisti che lavorano al Tribunale. La loro storia è
iniziata poco prima di Natale ed ora Fulvio vorrebbe rendere pubblica la loro relazione.
Igor ovviamente non se la sente, quindi ha deciso di lasciarlo.
“Niente di originale,
vero Lara?”
“Mi spiace tanto. Deve
essere dura per te...”
“Cosa devo fare?”
“Lo ami?”
“Credo di si...”
“E allora lo sai cosa
devi fare”.
“Non ce la faccio”.
“Hai fatto cose
peggiori”.
“Tipo?”
Tratto
dal libro “Forse sì” di Stefania Corda
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