domenica 20 maggio 2018

Un meraviglioso “forse sì”.



È stato tutto molto commovente anche se, a tratti, al limite del sopportabile. Per quante volte in una sera una persona può sentire la parola transvaginalità senza rimanerne un po' scosso? Visto che ciascuno di noi ha avuto una dose più che sufficiente di momenti catartici, sono convinta che la festa possa proseguire senza ulteriori colpi di scena.

C’è una situazione, però, che mi sta insospettendo. Per tutta la sera, alcuni invitati non fanno che riunirsi in gruppetti, per parlottare fra loro a voce bassa. Quando li guardo, smettono e sorridono imbarazzati. Ad un certo punto vedo che, a turno, escono in giardino e si dirigono nell’attuale dimora di Jacopo. Quando ritornano a casa, ciascuno di loro ha un altro regalo per me. Un regalo che, però, non mi dà.

Esasperata, mi rinchiudo in bagno. Si è capito ormai che quello è il mio posto sicuro. Non passa molto tempo e sento la terribile canzoncina di buon compleanno: un coro stonato la canta in italiano, mentre il solista Raimondo la storpia in inglese. Decido di tornare nel soggiorno, tanto so che non potrò nascondermi per sempre: sono tutti sorridenti, ma anche un po’ nervosi.

“Ma che cosa succede?” Sbotto.

“Questo è per te”, inizia Raimondo, porgendomi un pacchetto.
Lo apro e dentro c’è un libro. il mio libro! È il romanzo che ho scritto, lo riconosco dal titolo “Forse sì”. Ha una copertina ed è stato rilegato, ma è lui.

Non parlo. Sono scioccata.

Subito dopo mio padre arriva Sabina, che mi dà il suo regalo: è una penna in argento con stampato il mio nome. Seguono i miei suoceri e Gesuino con un vocabolario. Dentro c’è una dedica: Alla nostra scrittrice preferita. Marta, Ettore, Igor, Agata, Cecilia e Diego mi hanno regalato un PC nuovo, perché le scrittrici non utilizzano computer vecchi ed obsoleti. Così c’e scritto nel loro biglietto d’auguri. Gli ultimi sono Francesco e Valentina che, emozionati, mi sventolano davanti una bustina rossa. È la prenotazione per un week end alle Terme. “Le scrittrici si devono rilassare”, mi dicono in coro.

Tratto dal libro “Forse sì” di Stefania Corda

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